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Home Dettagli - Da Giovanni Pisano ad Andrea del Verrocchio, maestro di Leonardo: 29-31 marzo 2019

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il caicco blu

Evento 

Quando:
29.03.2019 - 31.03.2019
Categoria:
Programmi 2020

Descrizione


La chiesa di San Giovanni fuori portas

Gli storici locali ne hanno fatto risalire la costruzione ai tempi della dominazione longobarda, ma questa tesi non trova alcuna certezza documentaria. La chiesa era sicuramente già edificata ai primi del XII secolo ed era costituita da un'unica navata absidata di dimensioni minori rispetto all'attuale. Dell'impianto originario sopravvivono oggi parte del fianco settentrionale, caratterizzato dall'originale paramento in marmi diversamente colorati, e il portale laterale, il cui architrave con scolpita l'Ultima Cena, porta la firma di Gruamonte (1162). Officiata da un collegio di canonici che risiedevano presso il chiostro, la chiesa rimase soggetta alla propositura di Prato sino alla metà del XIII secolo, quando riacquistò la propria autonomia.
Durante il Trecento San Giovanni divenne un cantiere di prim'ordine tale da attrarre artisti di fama che la trasformarono in una delle più importanti chiese cittadine: fra' Guglielmo da Pisa che scolpì i rilievi del magnifico pulpito (1270), forse Giovanni Pisano, la cui presenza va cercata nell'acquasantiera; il Maestro del 1310 che probabilmente esordì negli affreschi del coro; Taddeo Gaddi che vi lasciò il polittico con la Madonna in Trono tra i santi Jacopo, Giovanni Evangelista, Pietro e Giovanni Battista dipinto nel 1350 circa.
La chiesa, preziosa per le insigni opere d'arte che custodisce, si fregia inoltre della Visitazione, uno dei capolavori di Luca Della Robbia, oggi in una nicchia del fianco settentrionale, e di un raro Crocifisso duecentesco.


Il battistero di san Giovanni in corte

Il prezioso edificio gotico che mantiene nella bicromia dell'esterno rapporti con la tradizione del romanico pistoiese è detto in corte per il legame con la longobarda curtis domini regis.
Fu costruito nelle forme attuali poco oltre la metà del XIV secolo ma l'impianto originario deve essere ricondotto ad un'epoca precedente visto che già ai primi del XII secolo è documentato un San Giovanni antistante la cattedrale. Secondo la tradizione, fu proprio poco dopo la metà di quel secolo che vi trovò sepoltura il vescovo Atto, cui Pistoia deve l'introduzione dell'importante culto per san Jacopo. Nonostante non se ne conosca l'originaria struttura, il battistero, come vuole la più diffusa tipologia di tali edifici, ebbe presumibilmente una pianta centrale e il centro occupato dalla vasca battesimale. Lanfranco da Como realizzò nel 1226 il fonte che ancora oggi ammiriamo: la data e la firma si leggono nella bella iscrizione in caratteri onciali che si trova all'interno della vasca. Ai primi del Trecento il Comune stabilì di rinnovare il battistero, ma l'impresa non poté nemmeno avviarsi per la guerra che i Lucchesi e i Fiorentini mossero a Pistoia. Una volta superati il primo quarto del secolo e la crisi politica che aveva afflitto la città si dette avvio ai lavori affidati a Cellino di Nese, già capomastro del Battistero e del Camposanto di Pisa.
Le sculture della lunetta del portale insieme ai bassorilievi dell'architrave sono opera di un artista vicino ai modi del più noto Giovanni d'Agostino.


La cattedrale di san Zeno

Qualsiasi considerazione storica sulla fondazione del Duomo di Pistoia deve necessariamente prendere in esame i quesiti inerenti la cattedrale paleocristiana, anche se il problema è ancora oggi ben lontano dal trovare una definitiva soluzione.
Essendo la città sede episcopale fin dal V secolo, è evidente che vi doveva essere una chiesa principale della cui ubicazione, però, ancora non sappiamo molto. Del resto se non si è sicuri della sua eventuale origine longobarda, nonostante il ritrovamento di alcuni reperti relativi ai secoli VIII o IX, si è invece certi della sua presenza già ai primi del X secolo. Con tutta probabilità l'edificio è stato ricostruito nel XII secolo, non a caso nella prima metà del XII secolo il vescovo Atto consacrava al suo interno il primo altare dedicato a san Jacopo. Se la notizia vasariana circa l'intervento di Nicola Pisano è assolutamente priva di fondamento, ciò non toglie che la cattedrale abbia assunto l'aspetto odierno proprio con la metà del XIII secolo, risultando così più che un'opera architettonica dal carattere unitario, un articolato palinsesto di interventi successivi.  Alla fine del Duecento la cattedrale, ancora priva del portico, ebbe dunque caratteristiche analoghe alle odierne, se si esclude la zona presbiteriale profondamente modificata in età moderna. I lavori proseguirono poi durante i secoli XIV e XV quando si provvide alla costruzione e alla decorazione del portico di facciata e alla copertura voltata delle navate laterali. 
Con la fine del Cinquecento la cattedrale fu ancora una volta oggetto di importanti lavori di restauro: vennero modificate le cappelle poste in testa alle navatelle laterali e l'architetto pistoiese Jacopo Lafri demolì l'antico coro medievale per innalzare la tribuna la fine da lui stesso progettata.
La cattedrale conserva nella cappella di san Jacopo il prezioso dossale argenteo a lui dedicato, composto da oltre seicento figure scolpite, alla cui lavorazione attesero orafi senesi, pistoiesi e fiorentini a partire dal 1287 fino alla metà del XV secolo (vi prese parte anche il giovane Brunelleschi), oltre ad un magnifico crocifisso ligneo di Coppo di Marcovaldo (1275).



La chiesa di sant’Andrea

Sebbene in alcuni momenti sia stata identificata con la cattedrale paleocristiana per il particolare orientamento dell'abside, la pieve di Sant’Andrea risale molto probabilmente all’VII secolo e fu poi rinnovata nelle forme attuali intorno alla metà del XII secolo.
Le peculiarità dell'edificio si colgono in primo luogo nel fronte, la cui tessitura policroma introduce i tre portali, il mediano dei quali con l'architrave scolpito subito dopo la metà del XII secolo da Gruamonte con il Viaggio dei Magi: un'insolita iconografia che suggerisce un particolare rapporto tra la chiesa e quel tratto urbano della via Francigena.
L'interno della chiesa, articolato in tre navate con colonne ed abside semicircolare, si inserisce a pieno diritto nel generale rinnovamento che coinvolse le maggiori chiese pistoiesi alla metà del XII secolo. Custodisce opere d'arte di altissimo pregio che ne fanno uno dei luoghi più interessanti della regione: tra queste spiccano il pulpito che Giovanni Pisano scolpì alla fine del XIII secolo con scene della vita di Cristo e il Giudizio Universale, secondo il modello del pulpito eseguito dal padre Nicola nel Duomo di Pisa, e il Crocifisso igneo collocato al primo altare della parete sinistra, eseguito dallo stesso Giovanni.



L’Ospedale del Ceppo: il fregio di Giovanni della Robbia

Il complesso del Ceppo, antico ospedale di Pistoia, fu fondato nel XII secolo col compito di dare assistenza ai pellegrini in transito e ai poveri. Da allora ha svolto funzioni sanitarie per oltre sette secoli, fino alla costruzione del nuovo presidio “San Jacopo” e conseguente trasferimento avvenuto nel 2013. Il suggestivo nome dell’ospedale trae probabile origine da una leggenda che vuole che due anziani coniugi, Antimo di Teodoro e donna Bandinella, ricevessero in sogno l’invito a fondare un ospedale dove un “ceppo” di legno osasse la fioritura in pieno inverno.
La decorazione del bellissimo loggiato, commissionata alla bottega dei Della Robbia nella prima metà del Cinquecento, e il fregio con le sette opere di misericordia, eseguito invece da Santi Buglioni sempre con la tecnica dei Della Robbia, accolgono il visitatore in questo antico nosocomio che si inserisce a pieno titolo fra i “luoghi della salute” più ricchi di arte ed architettura del comprensorio toscano.


PER APPROFONDIMENTI VEDI: http://www.pistoiaturismo.it/


Verrocchio, il maestro di Leonardo
(Firenze, Palazzo Strozzi e Museo del Bargello)

La mostra raccoglie per la prima volta un nucleo di straordinari capolavori di Andrea del Verrocchio, uno dei maggiori maestri del Quattrocento, insieme a quelli di artisti decisivi per la sua formazione come Desiderio da Settignano e Domenico Veneziano. Insieme, sono presenti opere di grandi personalità del periodo come Pietro Perugino e Domenico Ghirlandaio fino a Leonardo da Vinci, il più celebre allievo di Verrocchio, di cui nel 2019 ricorre il cinquecentenario della morte.
Mai prima d’ora un’esposizione è stata dedicata a Verrocchio, artista poliedrico che come pittore, scultore, orafo e disegnatore è stato geniale interprete dei valori del Rinascimento a Firenze nel periodo successivo alla morte di Cosimo il Vecchio, al tempo del figlio Piero e del nipote Lorenzo il Magnifico. Un maestro che con la sua bottega ha esercitato una profonda influenza su un’intera generazione di artisti del XV secolo in Italia e in Europa ma la cui grandezza, non solo come scultore ma anche come pittore, paradossalmente non è ancora del tutto riconosciuta, talvolta sminuita da dubbi di attribuzione e dal confronto con i suoi numerosi e celebri scolari.
Organizzata in stretta collaborazione con il Museo Nazionale del Bargello, la mostra mira a porre in evidenza l’importanza fondamentale di Verrocchio anche come pittore, offrendo una panoramica sulla produzione figurativa a Firenze e in Italia centrale nella seconda meta del XV secolo e sottolineando il ruolo decisivo esercitato dall’artista nello sviluppo dello stile che prelude alla maniera classica d’inizio Cinquecento.


PER APPROFONDIMENTI VEDI: https://www.palazzostrozzi.org/mostre/verrocchio-il-maestro-di-leonardo/


PROGRAMMA

Venerdì 29 marzo
Ore 8,30: ritrovo dei partecipanti e partenza per Pistoia
Ore 15: visita guidata della chiesa di san Giovanni fuori portas; al termine trasferimento in hotel
Ore 20,30: cena in hotel

Sabato 30 marzo
Ore 9,45: visita guidata del Duomo e del Battistero
Pranzo libero
Ore 15: visita guidata della chiesa di Sant’Andrea e dell’Ospedale del Ceppo (fregio robbiano)
Cena libera

Domenica 31 marzo
Ore 8,30: partenza per Firenze
Ore 10,30: ingresso alla visita guidata della mostra su Andrea del Verrocchio (sezione di Palazzo Strozzi)
Pranzo libero
Ore 14,30: ingresso alla visita guidata della mostra su Andrea del Verrocchio (sezione del Museo del Bargello)
Ore 16,30: partenza per Torino
con arrivo previsto per le 22

QUOTA DI PARTECIPAZIONE

Base 20 paganti: 420 € a persona
Base 25 paganti: 370 € a persona
Supplemento singola: 70 €

Le iscrizioni si chiudono l'11 febbraio.