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Home Dettagli - Paesaggi maremmani 22-24 marzo 2024

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il caicco blu

Evento 

Quando:
22.03.2024 - 24.03.2024
Categoria:
Programmi 2024

Descrizione

 

Gli affreschi di Fernando Botero nella chiesa della Misericordia a Pietrasanta

Originariamente sede di una confraternita che offriva assistenza e riparo a trovatelli e condannati, la chiesa conserva al suo interno due affreschi realizzati nel 1993 dall’artista colombiano, recentemente scomparso e particolarmente legato alla cittadina (tanto da esservi sepolto insieme alla moglie).

Nella porta del Paradiso la visione della beatitudine è ambientata nel giardino dell’Eden, attraversato dal fiume edenico che irriga un boschetto di alberi da frutto, sullo sfondo di un paesaggio ondulato di colli. I cori angelici che cantano la gloria di Dio sono simbolizzati da un angelo che suona la chitarra, mollemente adagiato a terra su un mantello. Ai lati sono raffigurati Madre Teresa di Calcutta, la santa della carità, e Fernando, il santo guerriero spagnolo. La figura della Madonna domina imponente dall’alto la scena paradisiaca: replica la visione apocalittica della donna con il neonato in braccio, in lotta contro il drago satanico che rappresenta il male e il simbolo del peccato originale. Alle sue spalle due putti sollevano una bandiera tricolore che fa da sfondo. La Madonna è qui nel suo ruolo di janua cœli, la porta del cielo che accoglie i beati risorgenti dell’ultimo giorno. Dopo la risurrezione finale, i beati – uomini e donne delle diverse razze – salgono leggeri, nonostante la loro mole, verso il Paradiso accolti da mani accoglienti e premurose.

La visione infernale nella porta dell’Inferno comprende la risurrezione dei morti e la punizione dei dannati. La scena è ambientata in un cimitero, che ha sullo sfondo una lunga parete di cappelle funerarie e di loculi murali. I morti risorgono dalle loro tombe e dalla nuda terra, mentre i dannati sono afferrati dai diavoli e precipitati tra le gigantesche fiamme dell’Inferno. Domina la figura imponente di Lucifero circondato di cloni satanici, forniti di corna, ali di pipistrello, coda e arti unghiuti, che con randelli e forconi sono impegnati a infliggere tormenti ai dannati. Nella parte inferiore del dipinto compaiono l’incarnazione dei vizi capitali e del male assoluto: qui Botero ha inserito la personificazione dell’Avarizia e della Lussuria, due scheletri irridenti e moraleggianti impegnati a contare i soldi della propria ricchezza e a mostrare i monili della propria vanità. Tra i dannati si riconoscono le immagini di Adolf Hitler e di Pablo Escobar, il criminale colombiano noto come il più ricco trafficante di cocaina di tutti i tempi, chiari riferimenti ai mali del secolo.

Il centro storico di Pietrasanta è inoltre abbellito da una sculture bronzea raffigurante Il guerriero realizzata da Botero nel 1992.
 

L’abbazia di san Galgano

Nella natura incontaminata delle colline senesi nei pressi di Chiusdino, nel 1180 il cavaliere medievale Galgano Guidotti fece erigere una cappella per trascorrervi da eremita gli ultimi anni della sua vita. Cinque anni dopo fu santificato e a partire dal 1224 i monaci cistercensi costruirono in suo onore un’abbazia, a croce latina secondo lo stile dalle chiese gotiche francesi. La struttura, che fu modello in Toscana per la diffusione del Gotico, già a partire dal XVI secolo iniziò a deperire e non furono sufficienti i restauri di fine Cinquecento ad arrestare il processo di degrado che nel corso del Settecento causò il crollo del campanile, delle volte e del tetto. L’effetto scenografico che si presenta oggi al visitatore è altamente spettacolare per la sua totale immersione nella natura toscana.

La visita al complesso abbaziale è ulteriormente impreziosita dagli affreschi eseguiti da Ambrogio Lorenzetti nella cappella attigua all’eremo di Montesiepi, oggetto di un recente restauro conservativo: dipinti dal maestro senese verso la metà degli anni Trenta del Trecento rivelano la profonda conoscenza dell’arte giottesca appresa durante il soggiorno fiorentino di Ambrogio.

Si segnala che l’eremo si raggiunge con una camminata di 15 minuti in leggera salita.
 

Massa Marittima e il suo Duomo

Dedicato a San Cerbone (vescovo di Populonia dal 570 al 573), sorge alla sommità di una scalinata che si affaccia in diagonale sulla piazza principale della città. La sua costruzione, iniziata nei primi anni dell’XI secolo, evidenzia due stili: il Romanico della fascia più bassa e il Gotico, quando nel 1287, per opera di Giovanni Pisano, la cattedrale fu ampliata e arricchita del terzo ordine di colonne ornate da tre guglie. 

Tutta la struttura è decorata da una serie di archi ciechi e da figure simboliche di animali dal significato apotropaico. Sulla facciata si apre la porta principale, che presenta nei cinque pannelli le Storie di San Cerbone. 

All’interno, diviso in tre navate, il monumentale fonte battesimale è costituito dalla vasca quadrangolare con la Deesis (il Cristo adorato dalla Vergine e San Giovanni Battista) e le Storie di San Cerbone e San Regolo realizzate da Giroldo da Como (1267). 

Dietro l’altare, al centro del coro, è collocata l’Arca di san Cerbone, capolavoro della scultura senese realizzato nel 1324 da Goro di Gregorio: ha forma di urna, con otto storie del santo nella parte inferiore. 

La Maestà attribuita a Duccio di Buoninsegna (1316) si trova nell’ultima cappella di sinistra.
 

L’area archeologica di Populonia

Il Parco si estende tra le pendici del promontorio di Piombino e il golfo di Baratti, dove sorgeva la città etrusca e romana di Populonia, nota fin dall’antichità per l’intensa attività metallurgica legata alla produzione del ferro. Comprende una parte dell’abitato, con le vaste necropoli, le cave di calcarenite, i quartieri industriali e l’acropoli, cinta da imponenti mura, sede di edifici pubblici e sacri. Per motivi pratici e organizzativi si è scelto di proporre in questo nostro viaggio l’area della necropoli di san Cerbone, facilmente accessibile, per ammirare le diverse tipologie di tombe etrusche, dai tumuli principeschi come la Tomba dei Carri, alle tombe a edicola come la Tomba del Bronzetto di Offerente, fino alle più tarde tombe a cassone e a sarcofago.
 

La cantina Petra dell’archistar Mario Botta

Da alcuni anni celebri archistar sono stati coinvolti nella progettazione e riqualificazione di aziende vinicole come nel caso della cantina Petra progettata dall’architetto ticinese Mario Botta nel 2003.

"Un disegno razionale che evidenzia la misura, la bellezza e la profondità del paesaggio": così ha descritto lo spirito del progetto l'architetto, incaricato da Vittorio Moretti di dare forma al cuore operativo di Petra. Un fronte unico scavato nella collina e attraversato al suo centro da un corpo cilindrico alto 25 metri e orientato a 45/90 gradi rispetto ai filari che lo circondano. Totemico e organico, simbolo di un approccio sensibile al processo tecnologico, il cilindro accoglie al suo interno le attività di ingresso e di vinificazione. La sommità – un piano inclinato parallelo alla collina – è il luogo di raccolta dei grappoli: da qui gli acini, separati dal raspo, finiscono per soffice caduta nelle vasche di macerazione e fermentazione. Nel cuore della collina si trovano le gallerie di invecchiamento in barrique e in bottiglia e, oltre allo spazio riservato alle botti di rovere di Slavonia, una lunga galleria penetra in profondità sino ad una massiccia parete di roccia. Questo è il luogo conclusivo, uno spazio di incontro e di riflessione, come suggerisce la presenza di una scultura lignea dell'artista Rivadossi posta a guardia del cordone ombelicale che unisce Petra alle Colline Metallifere della Val di Cornia e alla circolarità delle tombe etrusche di Populonia.
 

PROGRAMMA

Venerdì 22 marzo
Ore 8,30: ritrovo dei partecipanti e partenza per Pietrasanta
Pranzo libero
Ore 14,30: visita guidata della chiesa della Misericordia (affreschi di Botero)
Ore 17: al termine trasferimento a Grosseto
Ore 20,30: cena presso il ristorante dell’hotel

Sabato 23 marzo
Ore 9: partenza per Chiusdino. All’arrivo visita dell’abbazia di san Galgano e dell’Eremo di Montesiepi.
Al termine trasferimento a Massa Marittima
Pranzo libero
Ore 15: visita guidata del Duomo
Ore 17: rientro a Grosseto. Cena libera

Domenica 24 marzo
Ore 8,45: partenza per Populonia. All’arrivo visita della necropoli etrusca di san Cerbone.
Ore 12,30: Pranzo presso Petrawine. Al termine visita guidata delle cantine della tenuta, progettate da Mario Botta.
Ore 16: partenza per Torino con arrivo previsto per le 21,30


QUOTA DI PARTECIPAZIONE

Base 20 paganti: 690 € a persona
Base 25 paganti: 600 € a persona
Supplemento singola: 100 €

Le iscrizioni si chiudono il 5 febbraio.

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