Melozzo da Forlì. L’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello (Musei di San Domenico)
"Senza Melozzo, il Cinquecento di Raffaello e Michelangelo non sarebbe mai esistito". L'opinione di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, rende perfettamente l'idea di quanto il maestro forlivese abbia "pesato" sull'intero Rinascimento.
Forlì, città natale dell’artista, lo celebra con la più completa esposizione che mai gli sia stata dedicata con la presenza di praticamente tutte le opere "mobili"; sono esposti anche gli affreschi staccati del colossale ciclo da lui creato per l'abside della Chiesa dei Santi Apostoli a Roma, ciclo disperso tra Musei Vaticani e Quirinale.
La mostra viene inoltre impreziosita da capolavori di Mantegna, Piero della Francesca (in mostra anche la sua Madonna di Sinigaglia), Bramante e Berraguete, da cui Melozzo trasse insegnamenti e suggestioni o che, come il Beato Angelico, Mino da Fiesole, Antoniazzo Romano, frequentò nella Roma pontificia.
Infine viene presentata un’ampia sequenza di opere, selezionate per precise affinità, di artisti che a lui si ispirarono, in particolare Raffaello, presente in mostra con un nucleo strepitoso di capolavori, e che di lui furono allievi, in primis il Palmezzano, oltre ad opere di Perugino, Benozzo Gozzoli, Paolo Uccello, che compongono una emozionante carrellata di grandi interpreti di uno dei momenti più felici della storia dell'arte italiana.
La Pinacoteca Civica
La Pinacoteca civica di Forlì fu costituita nel 1838 per dare organicità e dignità istituzionale all’insieme di opere rimaste al Comune dopo le soppressioni napoleoniche o pervenute in seguito al rifacimento di edifici pubblici e ad importanti donazioni da parte di antiche famiglie nobili forlivesi e da privati. Dal 2006 la pinacoteca è ospitata nelle sale del restaurato complesso conventuale di San Giacomo Apostolo in San Domenico.
L’itinerario prevede di visitare prima l’ala di destra, con le sale che espongono le opere più antiche della Pinacoteca, dal Trittico con Storie della Vergine e Santi del cosiddetto Maestro di Forlì, al Corteo dei Magi del misterioso “Augustinus”, all’affresco col Pestapepe, alle tavole del Beato Angelico e di Lorenzo di Credi, al monumento sepolcrale del Beato Marcolino di Antonio Rossellino, alla grande Crocefissione di Marco Palmezzano.
Il percorso prosegue nell’ala di sinistra, con le opere di Marco Palmezzano, Baldassarre Carrari, Nicolò Rondinelli, Francesco Zaganelli, la pittura del Cinquecento romagnolo e di ambiti culturali limitrofi, fino al manierismo di Francesco Menzocchi, Livio Agresti e Livio Modigliani.
Le restanti sale e la galleria espongono, in continuo dialogo, una ricca documentazione di opere del tardo Manierismo e del primo Seicento emiliano e romagnolo.
L’ultima sala è dedicata all’esposizione della Fiasca con fiori, una delle nature morte più significative nel panorama italiano del Seicento (ascritta ora al catalogo di Tommaso Salini), dei dipinti settecenteschi di Carlo Magini e Nicola Bertuzzi.
La Rocca di Imola
Fondata nel XIII secolo, la Rocca di Imola costituisce uno splendido esempio di architettura fortificata tra Medioevo e Rinascimento. Del periodo più antico conserva il portale con arco a sesto acuto, nonché il mastio con le segrete, i suggestivi ambienti a piano terra e il terrazzo da cui la vista spazia su tutta la città e le vicine colline; una delle antiche torri a pianta rettangolare è ancora riconoscibile, inglobata nel torrione angolare di sud-est.
Aggiornata alle moderne esigenze di difesa dalle armi da fuoco tra il 1472 e il 1484, per volere della corte milanese degli Sforza, si dota di rivellini, torrioni angolari circolari, cannoniere decorate con ornati ed emblemi della signoria Riario-Sforza, e si impreziosisce di ambienti residenziali come il Palazzetto del Paradiso, prima di essere destinata a prevalente uso carcerario tra il XVI e il XX secolo.
Riaperta al pubblico nel 1973, conserva all'interno una collezione di ceramiche e armi che si offrono alla visita nella loro veste rinnovata: nuove vetrine, apparati didascalici più ampi e leggibili, un diverso e più rigoroso ordinamento dei pezzi.
PROGRAMMA
Sabato 26 febbraio
Ore 9: ritrovo dei partecipanti e partenza per Forlì. Nel corso del viaggio sosta per il pranzo libero.
Ore 15: ingresso alla visita guidata della Rocca di Imola. Al termine proseguimento del viaggio per Forlì
Ore 20,30: cena al ristorante dell’hotel
Domenica 27 febbraio
Ore 9,30: ingresso alla visita guidata della mostra.
Pranzo libero
Ore 14: ingresso alla visita guidata della Pinacoteca Civica
Ore 17: partenza per Torino con arrivo previsto
per le ore 22,30
QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Base 20 paganti: 250,00 € a persona
Base 25 paganti: 220,00 € a persona
Supplemento singola: 25,00 €
Per esigenze organizzative il gruppo sarà composto da massimo 25 partecipanti.
Le iscrizioni si chiudono il 10 gennaio 2011.
© Il caicco blu - via Pigafetta 24/e - 10129 Torino
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aperto il sabato mattina
E-mail: info@ilcaiccoblu.it