Gentile da Fabriano e l'altro Rinascimento (Spedale di Santa Maria del Buon Gesł)
“Michelangelo ... parlando di Gentile usava dire che nel dipingere aveva avuto la mano simile al nome”.
Con queste parole, l’artista e biografo degli artisti, l’aretino Giorgio Vasari ha raccontato l’ammirazione di Michelangelo per l’arte di Gentile. Non vi poteva essere consacrazione più illustre, per un artista che in vita era tra i più stimati e contesi dai grandi committenti. Gentile fu protagonista della scena artistica delle più importanti città italiane come Venezia, Firenze, Roma, ma fu anche personalità di primo piano nella società del suo tempo, onorato come una stella di prima grandezza.
Fin dagli anni giovanili Gentile godette della protezione del signore di Fabriano Chiavello Chiavelli, condottiero del duca di Milano Giangaleazzo Visconti, fatto questo che gli permise di trovare ospitalità in una delle feconde botteghe artistiche più fiorenti della Lombardia della fine del Trecento.
Giangaleazzo Visconti, politico rapace e spregiudicato, ma governatore accorto e umanista attento, aveva creato tra Milano e Pavia una corte cui partecipavano artisti e letterati di respiro internazionale, ai quali il principe aveva messo a disposizione una delle biblioteche più importanti del tempo. Dai suoi maestri, Gentile apprese i segreti della tecnica pittorica, della lavorazione dell’oro, dell’impiego dei colori e delle vernici per trasformare un’opera d’arte nella pagina di una fiaba. L’artista trascorse molti anni a Venezia, dove fondò una delle più importanti botteghe del tempo. Intorno al 1409 fu chiamato a decorare con mirabili affreschi (non più esistenti) la Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale. Tra i suoi primi capolavori si possono ricordare il Polittico di Valleromita (conservato alla Pinacoteca di Brera a Milano), dipinto per committenti fabrianesi o la Madonna con Bambino, eseguita per la chiesa di San Domenico a Perugia, oggi conservata nella Galleria Nazionale della città. Dopo un breve soggiorno fabrianese nel 1420, l’arrivo di Gentile a Firenze segna un’altra importante stagione della sua intensa attività che culmina, nel 1423, nella realizzazione della grandiosa Adorazione dei Magi, uno dei più grandi capolavori del Quattrocento italiano, conservata agli Uffizi, nella quale il pittore descrive e racconta un corteo fiabesco, di straordinaria bellezza. Al soggiorno fiorentino, durante il quale l’artista entra in contatto con i protagonisti del Rinascimento toscano quali Masaccio e Ghiberti, appartiene anche il Polittico Quaratesi, dipinto per la chiesa di San Niccolò Oltrarno e oggi smembrato tra diversi musei. Quando è chiamato a Roma dal pontefice per lavorare alla decorazione, purtroppo perduta, della Basilica di San Giovanni in Laterano, Gentile è ormai uno dei più famosi e ammirati pittori del suo tempo.
A Roma muore nel 1427, lasciando una schiera numerosa quanto importante di allievi che, tra l’Italia settentrionale e l’Italia centrale, continueranno a raccontare le meraviglie del gusto e della vita cortese nell’arte.
Rinascimento scolpito. Maestri e botteghe tra Marche ed Umbria (Camerino, ex chiesa di S. Domenico e Museo Diocesano)
La mostra raccoglie una serie di sculture lignee rinascimentali, circa 50 pezzi provenienti da un’area che copre i versanti orientale e occidentale dell’Appennino umbro-marchigiano recuperando un’unità culturale-figurativa che tiene innanzitutto conto delle circoscrizioni politiche ed ecclesiastiche del Basso Medio Evo, fondamentali per comprendere le interferenze figurative intercorse tra aree che hanno elaborato nel corso dei secoli un linguaggio artistico comune o molto affine. Poco documentate, forse perché spesso vendute direttamente in bottega, le sculture lignee marchigiane del Quattrocento rappresentano un cospicuo, splendido patrimonio meritevole di ulteriori studi. La mostra, in particolare, illuminerà il lavoro di una delle botteghe principali, quella del Maestro della Madonna di Macereto, il cui raggio d’azione fu ampio e il cui influsso fu profondo e duraturo. Il pezzo eponimo è infatti la statua della Madonna con il Bambino già in venerazione nel Santuario di Macereto ed oggi nel Museo di Visso, opera sulla quale permangono grosse incertezze cronologiche ed attributive. Un importante tentativo di ricostruire il catalogo del grande maestro è stato compiuto da Raffaele Casciaro, che per la prima volta ha collegato nuclei di statue a soggetto religioso con l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo, proveniente dalla chiesa S. Agostino oggi al Museo civico di Cascia - un autentico capolavoro che verrà restaurato per la mostra – ottenendo così un corpus significativo di opere distribuite su un territorio che comprende i circondari di Camerino e San Severino Marche, le valli di Visso e l’area umbra tra Cascia e Norcia.
Bernardino di Mariotto Il Rinascimento tra Umbria e Marche (San Severino Marche, Palazzo Servanzi)
Cuore della mostra è la figura di Bernardino di Mariotto, artista rinascimentale al quale viene dedicata per la prima volta una monografica: attraverso sessanta opere esposte emerge la figura di Bernardino come un pittore dai toni fortemente espressivi e passionali, talvolta grotteschi: i moti sentimentali, accorati e patetici della sua arte sono recitati da personaggi fragili, quasi paradossali, rigidamente caratterizzati, “come i personaggi di Walt Disney” - disse Federico Zeri - che rasentano volutamente la farsa. È lui il pittore degli angeli in lacrime, immagine forte e di straordinaria inquietudine. I lavori pittorici più rappresentativi del suo percorso artistico sono accompagnati da quelli degli altri esponenti della cultura figurativa tra Umbria e Marche all’inizio del Cinquecento (Luca Signorelli e Pinturicchio in primis), e da esempi di scultura lignea di artisti intagliatori che dal Nordeuropa scendevano nelle valli dell’Appennino influenzando le maestranze locali.
L'aquila e il leone. L'arte veneta a Fermo e nel suo territorio. Paolo Veneziano, i Crivelli e il Lotto (Fermo, Palazzo dei Priori)
Rappresentate simbolicamente da due animali ugualmente nobili, il “Leone Alato” per Venezia e “L’ Aquila” per Fermo, le due città adriatiche ricostruiscono oggi la loro antica alleanza prendendo spunto dalle comuni radici culturali. La mostra consentirà di ammirare capolavori dimenticati eseguiti da pittori, scultori ed orafi veneti e la generosità di vari prestatori permetterà il temporaneo rientro nel Fermano di polittici dispersi di Jacobello del Fiore, Carlo e Vittore Crivelli, Lorenzo Lotto e Palma il Giovane eseguiti per le chiese del territorio. Un evento progettato per ricostruire le fila di una congiuntura artistica che affondava le proprie radici in quei territori della terraferma che rappresentavano l’humus necessario alla fioritura di una grande civiltà artistica, il cui magistero ancora oggi rende affascinante il percorrere le dolci colline del Fermano alla ricerca delle cospicue tracce di antiche consuetudini.
PROGRAMMA
Venerdì 14 luglio
Ore 7,30: ritrovo dei partecipanti e partenza per Fermo
Pranzo libero durante il viaggio
Ore 15,30: ingresso alla visita guidata della mostra L’arte veneta a Fermo e nel suo territorio
Ore 18: partenza per Fabriano
Ore 19,30: arrivo a Fabriano e sistemazione in hotel.
Ore 20,30: cena al ristorante dell’hotel
Sabato 15 luglio
Ore 9,30: ingresso alla visita guidata della mostra su Gentile da Fabriano
Pranzo libero
Ore 14,30: trasferimento a Camerino
Ore 15,30: ingresso alla visita guidata della mostra Rinascimento scolpito
Ore 18,30: partenza per il rientro a Fabriano
Cena libera
Domenica 16 luglio
Ore 9: dopo la prima colazione trasferimento a San Severino Marche
Ore 10: ingresso alla visita guidata della mostra su Bernardino di Mariotto
Pranzo libero
Ore 15,30: partenza per Torino con arrivo previsto per le ore 21
QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Base 20 paganti: 355,00 € a persona
Base 25 paganti: 315,00 € a persona
Base 30 paganti: 300,00 € a persona
Suppl. singola: 40 Euro
Le iscrizioni si chiudono il 10 giugno.
© Il caicco blu - via Pigafetta 24/e - 10129 Torino
Tel. 011/5805177 Fax: 011/5804824 P.I. 01258980059
aperto il sabato mattina
E-mail: info@ilcaiccoblu.it