Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le arti a Siena nel primo Rinascimento (Santa Maria della Scala)
Al fine di offrire un panorama completo del primo Rinascimento senese, il percorso espositivo presenta circa duecento opere tra dipinti, sculture, miniature, tessuti e oreficerie, suddivise in otto sezioni.
La prima sezione introduce proprio il tema della continuità di certi fatti artistici della Siena del Quattrocento con la grande pittura del Trecento di Simone Martini e dei fratelli Lorenzetti, mostrando quanto alcuni dipinti di questi maestri abbiano rappresentato imprescindibili fonti di ispirazione per le differenti generazioni di pittori senesi del XV secolo. La mostra prosegue con un percorso cronologico che si apre con una sezione dedicata a Jacopo della Quercia, del quale viene ripercorsa l'intera carriera. Accanto alle prove quercesche trovano spazio testimonianze dei più importanti pittori e scultori senesi di quel tempo (Taddeo di Bartolo, Gregorio di Cecco, Francesco di Valdambrino, Domenico di Niccolò) e a chiusura della sezione sono trattati i temi del periodo senese di Gentile da Fabriano (e delle conseguenze sulla pittura del giovane Giovanni di Paolo) e del cantiere del fonte battesimale (che vide Jacopo misurarsi con i fiorentini Donatello e Ghiberti).
La terza sezione ha quindi come primo attore Stefano di Giovanni detto il Sassetta, il raffinato maestro che seppe dare vita a un nuovo capitolo della pittura senese, nel corso del secondo quarto del Quattrocento: in mostra alcuni dei suoi capolavori insieme a significativi saggi dei suoi migliori seguaci, come Pietro di Giovanni d'Ambrogio, il Maestro dell'Osservanza e Sano di Pietro; in questo segmento della mostra sono pure messi in luce i modernissimi esiti dell'attività di Domenico di Bartolo negli anni Trenta del Quattrocento, evidenziandone i nessi con la Firenze di Filippo Lippi e Luca della Robbia. La quarta sezione chiude il percorso cronologico, giungendo fino agli anni dell’ultimo soggiorno senese di Donatello (1457-61) e mostrando il peso avuto dal maestro fiorentino su nuovi protagonisti dell'arte senese come Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Matteo di Giovanni e Antonio Federighi.
Abbadia Isola
La fondazione dell’abbazia di S. Salvatore all’Isola, risalente al 1001, si deve ad Ava, nobildonna della famiglia dei Lambardi di Staggia. Il luogo in cui sorge il monastero - che come ricorda il nome era un tempo circondato dall’acqua – fu scelto principalmente per la posizione strategica a controllo della Via Francigena, della quale Borgonuovo (poi Abbadia Isola) costituiva un punto di sosta già dalla fine del X secolo. Nel corso di quelli successivi una delle principali funzioni dell’abbazia continuerà ad essere proprio quella ospedaliera, ovvero di ricovero e ospitalità per i viandanti in transito per Roma. A partire dalla fondazione il monastero conosce una notevole ascesa economica e politica, che continuerà fin verso la metà del Duecento. Successivamente inizierà un lento declino che nel 1446 condurrà all’aggregazione del monastero a quello di S. Eugenio vicino a Siena.
Situato ai margini di una estesa pianura alle pendici boscose del Monte Maggio, il complesso è dominato dalla chiesa romanica a tre navate e tre absidi, serrata tutt’attorno da un piccolo borgo e da resti di fortificazioni medievali. All’interno della chiesa si conservano pregevoli opere d’arte, tra le quali spicca il bel polittico dell’altare maggiore eseguito nel XV secolo dal pittore senese Sano di Pietro. Alla destra dell’edificio religioso sono ancora cospicui i resti del campanile e dei locali monastici, distribuiti attorno allo spazio quadrangolare dell’antico chiostro.
Battistero di S. Giovanni
Il Battistero, nato come pieve ossia chiesa battesimale della città, fu costruito tra il 1316 e il 1325 da Camaino di Crescentino, padre di Tino di Camaino. La struttura si estende sotto le campate conclusive del coro del Duomo e si caratterizza per un’altissima facciata in stile gotico iniziata nel 1355 da Domenico d'Agostino e rimasta incompiuta.
L'interno, diviso in tre navate con volta ogivale, è un mirabile esempio dell'arte quattrocentesca senese: le volte e le pareti presentano affreschi di Benvenuto di Giovanni (I Miracoli di Sant'Antonio da Padova - 1460), Pietro degli Orioli (La Lavanda dei Piedi ) e Lorenzo di Pietro detto il "Vecchietta" (affreschi delle volte con Articoli del Credo - 1447/1450). All'interno inoltre, in posizione centrale, si staglia il Fonte Battesimale, straordinaria opera in marmo, bronzo e smalto realizzata tra il 1417 e il 1431 dai maggiori scultori del tempo quali
Giovanni di Turino, Lorenzo Ghiberti, Donatello, Jacopo della Quercia.
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
L'abbazia venne fondata nel 1313 da Giovanni Tolomei, professore di diritto appartenente ad un’importante famiglia senese che, fattosi monaco, assunse il nome di Bernardo dopo essere entrato a far parte dell'Ordine dei Benedettini.
Il monastero è un complesso insieme di edifici costruiti tra il XIV e il XVIII secolo, articolati intorno a tre chiostri di differente dimensione: il Chiostro Grande, il Chiostro di Mezzo e il Chiostro Piccolo. La chiesa (1400-17) presenta una facciata gotica con elegante portale ed un articolato complesso absidale: racchiude vari capolavori di Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma e un coro ligneo, opera d'intaglio e intarsio di fra' Giovanni da Verona.
Il chiostro grande ospita, nel porticato, oggi protetto da vetrate, una serie di affreschi sulle storie di San Benedetto eseguiti da Luca Signorelli nel 1497 e dal vercellese Sodoma tra il 1505 e il 1507. Le opere sono considerate una della maggiori testimonianze della pittura italiana del Rinascimento: la serie di affreschi mostra un contrasto di stile netto tra la sobrietà del Signorelli e la vitalità del Sodoma.
Monastero di Sant’Anna in Camprena
Splendidamente ubicato nella campagna di Pienza, il monastero quattrocentesco, ora adibito ad agriturismo, conserva al suo interno pregevoli quanto quasi sconosciuti affreschi eseguiti dal Sodoma agli inizi del ‘500 con scene raffiguranti alcuni episodi della vita di Cristo.
Pienza
La storia del comune di Pienza è strettamente legata alla figura di Pio II, papa natio del piccolo borgo, che una volta salito al soglio pontificio volle trasformare il suo piccolo paese in una splendida città rinascimentale. Nel 1458 Enea Silvio Piccolomini è eletto pontefice e da subito avvia l'opera di ricostruzione di quella che sarebbe diventata una vera e propria città ideale: il progetto di abbellimento dell'antico borgo viene affidato a Bernardo Gambarelli detto il Rossellino, del quale oggi sono visibili alcuni palazzi quattrocenteschi e la piazza Pio II, progettata dall'architetto. Punto centrale della città, la piazza è anche il luogo sul quale si affacciano la Cattedrale dell'Assunta e le architetture più imponenti. Per uno strano disegno del destino, sia il Papa che l'architetto morirono nel 1464, senza potere godere a pieno dei frutti del loro lavoro.
PROGRAMMA
Sabato 10 luglio
Ore 7,30: ritrovo dei partecipanti e partenza per Siena. Pranzo nel corso del viaggio.
Ore 15,30: ingresso alla visita guidata della chiesa di Abbadia Isola
Ore 17: proseguimento per Siena con arrivo previsto per le ore 18
Ore20,30: cena presso il ristorante dell’hotel
Domenica 11 luglio
Ore 9,30: ingresso alla visita guidata del Battistero
di S. Giovanni
Ore 10,30: ingresso alla visita guidata della mostra
Pranzo libero
Ore 15: Visita del centro storico della città.
Cena libera
Lunedì 12 luglio
Ore 8,30: dopo la prima colazione partenza per Monte Oliveto Maggiore e visita dell’Abbazia. Al termine trasferimento a Sant’Anna in Camprena. Visita degli affreschi e pranzo nelle sale dell’ex monastero.
Ore 14: trasferimento a Pienza per la visita guidata del centro storico della città.
Ore 16,30: partenza per Torino con arrivo previsto per le ore 23
QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Base 20 paganti: 420,00 € a persona
Base 25 paganti: 380,00 € a persona
Base 30 paganti: 390,00 € a persona
Supplemento singola: 100,00 €
Le iscrizioni si chiudono il 17 maggio 2010.
© Il caicco blu - via Pigafetta 24/e - 10129 Torino
Tel. 011/5805177 Fax: 011/5804824 P.I. 01258980059
aperto il sabato mattina
E-mail: info@ilcaiccoblu.it