Il caicco blu



Programmi culturali

Ferrara, 10-11 novembre 2007 e 8-9 dicembre 2007

Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L'arte a Ferrara nell'età di Borso d'Este (Palazzo dei Diamanti e Palazzo Schifanoia)
“Non si mostrò mai in pubblico senza essere adorno di gioielli”: papa Pio II Piccolomini descriveva così Borso d'Este, signore di Ferrara dal 1450 al 1471. Tali parole sembrano dare ragione a quegli storici che hanno trasmesso l'immagine di un uomo preoccupato più della propria apparenza che delle arti. Al contrario, i vent'anni del governo di Borso hanno avuto un ruolo centrale sul piano della cultura figurativa: il linguaggio ricercato ed eccentrico, che ha reso celebre l'arte ferrarese del Quattrocento, nasce proprio in questo periodo come espressione esclusiva del signore e della sua corte. La mostra curata da Mauro Natale ricostruisce questa parabola artistica, offrendo alcune chiavi di lettura utili a comprendere le ragioni di questa rapida crescita espressiva quasi senza riscontro nella storia dell'arte europea. La rassegna si apre con l'evocazione della grande ricchezza tecnica e formale della Ferrara estense attorno al 1450, animata dalla presenza delle opere di grandi artisti come Jacopo Bellini, Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Rogier Van der Weyden.
Segue l'affermazione di quella che Roberto Longhi e la storiografia moderna hanno definito Officina ferrarese, che prende forma in alcune imprese monumentali volute dal Principe negli anni 1450-1460. Un ruolo centrale spetta ai miniatori, tra cui domina Taddeo Crivelli, i quali elaborano un linguaggio ornamentale che fonde, come nella celebre e sontuosa Bibbia di Borso, il gusto per la decorazione e l'espressività tardogotica con le forme geometriche e luminose del Rinascimento. Analoga commistione formale caratterizza le Muse che Leonello e Borso hanno fatto realizzare per lo Studiolo di Belfiore; qui, all'eleganza esile di Angelo Maccagnino, si affianca l'eccentricità espressiva di Michele Pannonio e di Cosmè Tura. Il fulcro della mostra è costituito dalla consacrazione di questo codice espressivo ad opera di Cosmè Tura e Francesco del Cossa.
L'età di Borso si nutre infatti dell'antagonismo tra il primo, poliedrico artista di corte, ed il secondo, instancabile sperimentatore. Muovendosi tra Mantegna e la pittura fiamminga, Tura inventa un linguaggio fantasioso e, al contempo, prezioso e popolare, decorativo ed espressivo, imponendo la propria cifra stilistica nei campi tecnici più svariati, dagli affreschi alle barde da cavallo, dalle monumentali pale d'altare alle soavi Madonne dipinte in punta di pennello. Di contro, Cossa compie un itinerario ben distinto, che si risolve in una scrittura più asciutta, morbida e plastica, felicemente cromatica, naturalistica e potentemente prospettica.
Nelle sue Madonne, nei suoi santi possenti, nei penetranti ritratti, egli avvia un dialogo aperto con la scultura contemporanea e con la luminosa pittura fiorentina di Domenico Veneziano, Andrea del Castagno e Alessio Baldovinetti. Questa ricerca formale culmina con l'esplosione attorno al 1470 di «una nuova pazzia nell'arte ferrarese» (Longhi): la decorazione del Salone dei Mesi a Palazzo Schifanoia, uno dei cicli decorativi più importanti del Rinascimento. Qui, nell'ultima impresa collettiva voluta dal Duca, fa irruzione sulla scena la terza grande personalità di questa stagione, Ercole de' Roberti, mentre Francesco del Cossa elabora un'abbagliante traduzione visiva della cultura di corte e delle ambizioni politiche di Borso che costituisce il vertice espressivo della pittura ferrarese. La mostra si conclude proprio nel salone affrescato dell'antica Delizia estense, cui un restauro durato quasi dieci anni ha restituito piena leggibilità.

Chiesa di San Cristoforo alla Certosa
Fu Borso d'Este a promuovere, nel 1452, la costruzione di un monastero certosino, lontano dal centro abitato, ma già pochi decenni dopo, con il compiersi dell'Addizione erculea, il complesso venne racchiuso nella cerchia muraria. Nel 1498, accanto alla primitiva chiesa, fu avviata la costruzione del nuovo e attuale Tempio di San Cristoforo, ad una sola navata e con sei cappelle laterali, una delle opere più originali del Rinascimento. La grandiosità delle proporzioni e la modulazione della luce hanno suggerito l'attribuzione del progetto a Biagio Rossetti. La facciata, rimasta incompiuta, fu adornata nel 1769 con un monumentale portale marmoreo, che ora i restauri hanno riportato all'antico splendore. A seguito delle soppressioni napoleoniche i monaci persero il possesso del convento e della Chiesa. Acquisito dal Comune di Ferrara, il Tempio venne riaperto al culto nel 1813, mentre l'area adiacente fu adibita a cimitero pubblico: l'antica chiesa e parte del chiostro furono abbattuti, successivamente fu costruita l'ala sinistra del portico, che segna in modo così caratteristico la piazza antistante. I bombardamenti del secondo conflitto mondiale inflissero anche a San Cristoforo ferite gravissime. Oggi, dopo l'opera di recupero, il Tempio riacquista l'importante ruolo culturale di monumento fra i più significativi e preziosi del patrimonio storico-artistico ferrarese.

PROGRAMMA
Sabato 10 novembre e 8 dicembre
Ore 9,45: ritrovo dei partecipanti e partenza per Ferrara
Pranzo libero nel corso del viaggio. All’arrivo trasferimento in hotel.
Ore 17: ingresso alla visita guidata della sezione della mostra allestita a Palazzo Diamanti.
Ore 20,30: cena al ristorante dell’hotel

Domenica 11 novembre e 9 dicembre
Ore 10: ingresso alla sezione della mostra allestita
a Palazzo Schifanoia.
Pranzo libero
Ore 14,40: ingresso alla visita guidata della Certosa
Ore 16,30: partenza per Torino con arrivo previsto
per le ore 21

QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Base 20 paganti: 210,00 € a persona
Base 25 paganti: 190,00 € a persona

Supplemento singola: 15,00 €

Le iscrizioni si chiudono il 10 ottobre (per la data di novembre) e il 10 novembre (per la data di dicembre).



© Il caicco blu - via Pigafetta 24/e - 10129 Torino
Tel. 011/5805177 Fax: 011/5804824 P.I. 01258980059
aperto il sabato mattina
E-mail: info@ilcaiccoblu.it